Chiamata diretta degli insegnanti. D’Aprile (UIL): chiederemo criteri oggettivi. Il 12 febbraio si manifesta per i precari, nodi concorso ancora aperti.

09 Febbraio 2016

Intervista al segretario nazionale UIL Giuseppe D’Aprile, sui temi caldi del momento. La “chiamata diretta” degli insegnanti da parte dei DS negli ambiti territoriali, la questione dei sovrannumerari, il concorso a cattedra.

Dopo la stesura dell’ipotesi di contratto per la mobilità 2016/17, ci si concentrerà sulle regole per la “chiamata diretta” dei docenti negli ambiti territoriali. Qual è la vostra proposta in merito?

 

La Legge 107/15 come tutti sanno prevede l’attivazione degli ambiti territoriali.

Sin dall’inizio della trattativa, attraverso un lavoro sinergico dell’intera organizzazione, abbiamo cercato di tenere separato il contratto sulla mobilità dalla “chiamata diretta” da parte dei Dirigenti Scolastici.

Nell’accordo politico sottoscritto in data 25 gennaio 2015 abbiamo stabilito che l’assegnazione alle scuole dei docenti titolari di ambito sarà regolata da apposita sequenza contrattuale, da adottarsi entro 30 giorni dalla stipula del CCNI sulla mobilità, che ne definirà procedure e modalità.

Abbiamo lasciato aperta una ulteriore negoziazione per garantire professionalità e libertà di insegnamento per tutti quei docenti che transiteranno dagli ambiti alle scuole.

Cercheremo, attraverso la sequenza, di stabilire criteri oggettivi, trasparenti e imparziali che escludano ogni individuazione o scelta in discrezionale da parte del Dirigente Scolastico.

Sicuramente la “chiamata diretta” ci ha trovato e ci troverà nettamente contrari.

E’ possibile che la fase di contrattazione si prolunghi oltre il termine di presentazione delle domande di mobilità, costringendo i docenti ad una richiesta “a scatola chiusa”?

Assolutamente non è nelle nostre intenzioni e faremo in modo che ciò non avvenga.

Stiamo lavorando per sottoscrivere il contratto nella giornata di mercoledì prossimo.

Le oltre 200.000 domande di mobilità previste per il prossimo anno scolastico chiaramente sottoporranno il MIUR ad una dura prova soprattutto per ciò che riguarda la gestione organizzativa delle stesse.

Prima della sottoscrizione verificheremo con la massima attenzione, come avviene d’altronde ad ogni incontro, tutte le situazioni che scaturiscono dal negoziato al fine di porre rimedio agli errori di questa Legge che presenta tante rigidità, ignorando totalmente il concetto di democrazia.

Quali sono i margini lasciati aperti dall’Amministrazione per questa trattativa?

Ripeto, con l’accordo del 25 gennaio, abbiamo “aperto” una finestra di dialogo con il ministero per mettere a punto un contratto che offra più diritti a tutto il personale.

L’elemento che caratterizza questa intesa è l’aver piegato la rigidità della legge rispetto ai diritti e alle aspettative dei docenti che hanno già una sede di titolarità nella singola scuola e con questo accordo la manterranno così come elementi più favorevoli sono stati riconosciuti anche ai docenti neo immessi in ruolo.

D’altronde pare che lo stesso Premier, abbia affermato, intervenendo sulla Legge 107 domenica 7 febbraio alla scuola di formazione del PD, di “aver commesso dei pasticci…”

Lasciare aperti o meno margini di ulteriore trattativa non è solo un problema del sindacato ma anche dell’Amministrazione: decidere o meno se attutire i contraccolpi della Legge significa aprire o chiudere il dialogo con migliaia di lavoratori che rappresentano una fetta importante del paese e che comunque dovranno far funzionare le scuole.

L’azione sindacale a sostegno della trattativa continua; diversamente promuoveremo ogni azione finalizzata alla modifica della legge 107, soprattutto nella parte in cui prevede la chiamata diretta dei docenti.

Parliamo di sovrannumerari.  Quali sono le tutele previste nell’ipotesi di contratto?

Sin da ottobre scorso la Uil Scuola ha messo sotto la lente di ingrandimento alcuni  punti essenziali: riconoscere a tutti i lavoratori, compresi i sovrannumerari, la possibilità di accedere alla mobilità volontaria su tutti i posti disponibili e vacanti. Consentire i trasferimenti a tutti i lavoratori  su tutti i posti disponibili e vacanti dopo le operazioni a domanda e d’ufficio delle fasi provinciali, sia sull’organico sede che su quello potenziato e accedere ai movimenti in deroga al blocco triennale sia per i movimenti nella provincia che in quella interprovinciale, su tutti i posti di organico sede e potenziato.

I docenti in sovrannumero e/o in esubero potranno fare domanda di mobilità su scuola, partecipando alla prima fase dei trasferimenti, su tutti i posti vacanti e disponibili.

E infine il concorso.

Dal Governo continui annunci sulla pubblicazione del bando nelle prossime settimane, dopo la pubblicazione del Regolamento sulle classi di concorso in GU. Ma nulla è stato detto circa la distribuzione dei posti.

E’ possibile ipotizzare che questi possano non essere preventivati, rimandandone la dislocazione al periodo successivo alla mobilità straordinaria dei docenti di ruolo?

Nell’unico incontro al quale siamo stati convocati abbiamo chiesto di conoscere i dati dettagliati sui posti messi a bando e la loro dislocazione sul territorio nazionale oltre ad evidenziare le tanti incongruenze scaturite dalle anticipazioni.

L’Amministrazione non ha fornito ancora alcuna risposta alle osservazioni presentate.

A quanto pare, sempre nell’intervento presso la scuola del PD, il Premier ha affermato che “…in settimana dobbiamo scegliere con il Ministro Giannini il modello di concorso per la scuola…”

Da questa affermazione si evince che le questioni, legate al prossimo concorso che il ministero intende bandire  a breve, sono ancora aperte.

Ovviamente “la questione concorso” rimane in stretta connessione con il reclutamento dei precari, ignorati totalmente dalla Legge 107.

Qual è il segnale che volete dare con la manifestazione del 12 febbraio?

Venerdì 12 febbraio abbiamo organizzato con gli altri sindacati una giornata di mobilitazione in difesa dei diritti dei precari davanti alle Prefetture in tutti i capoluoghi di provincia d’Italia.

Si tratta di colleghi in servizio da anni, che hanno conseguito l’abilitazione all’insegnamento, spesso in servizio in luoghi distanti dalla propria abitazione svolgendo con professionalità il proprio lavoro; docenti già vincitori di concorso; docenti ai quali è stata preclusa dal MIUR la possibilità di conseguire abilitazioni per TFA non attivati.

Più che un segnale si tratta di un obiettivo: aprire un tavolo di confronto al fine di valorizzare la professionalità di quanti, per anni, hanno svolto il proprio lavoro con competenza e passione.