Confermato per fine febbraio il decreto legge
Incontro ministro- sindacati
Previsto il piano di assunzioni, lo sosteniamo. Nel decreto non ci siano interventi unilaterali in materia di rapporto di lavoro. Il Governo eviti di entrare in contrasto con il mondo della scuola.
Sosteniamo la scelta che ci è stata confermata di procedere con un piano di immissioni in ruolo da settembre. Il ministro ha confermato che ci sarĂ un Consiglio dei Ministri tra fine febbraio e i primi di marzo per che interverrĂ su âimmissioni in ruolo e qualitĂ della scuolaâ. Il decreto partirĂ dai bisogni delle scuole ed è finalizzato a eliminare il precariato, allâavvio di una fase concorsuale e interverrĂ anche su organici, reti di scuole e su un modello di âqualificazioneâ non meglio definito. Il provvedimento dovrebbe riguardare anche gli insegnanti abilitati, non presenti nelle graduatorie ad esaurimento, che hanno tre anni di servizio, sulla base dei posti disponibili nellâorganico.
Come Uil abbiamo sostenuto che i problemi del precariato sono difficili e complessi e che per individuare le soluzioni idonee occorre affrontare aspetti complessi legati alle differenti situazioni in cui viene a trovarsi il personale precario. Abbiamo offerto disponibilitĂ ad un confronto di merito prima dellâemanazione del decreto.
Quanto alla valorizzazione professionale degli insegnanti, archiviato in via definitiva il progetto a percentuale (66%) e punti (da raccogliere di scuola in scuola), câè ora necessitĂ valorizzare con un contratto innovativo lâimpegno professionale â ha detto il segretario generale della Uil scuola â va aperto un confronto di merito per arrivare ad uno nuovo contratto che deve vedere, nel confronto con il sindacato, il coinvolgimento degli insegnanti e del personale.
Nel corso dellâincontro Di Menna ha rappresentato con determinazione lâinvito al Governo a non intervenire per decreto in aspetti che riguardano orari, modifiche delle condizioni di lavoro, retribuzione e progressione economica: tutti aspetti che attengono al contratto. La scuola non sopporterebbe editti con obblighi di servizio e modalitĂ peggiorative di retribuzione. Nella scuola câè preoccupazione. I processi di cambiamento sono continui, scaricati sul personale, spesso affrontati come adempimenti burocratici da eseguire.
La questione centrale â ha ribadito Di Menna – resta la scelta, che deve essere fatta davvero, di investire in istruzione e di valorizzare il lavoro che si fa a scuola. Si parta da qui: alzare la spesa per lâistruzione al livello degli altri paesi europei (oggi siamo fanalino di coda, penultimi prima della Romania) e adeguare gli stipendi.
Su tutti gli aspetti il ministro non è andato oltre le dichiarazioni di principio, senza assumere alcun impegno.
I processi di riforma e di innovazione vanno inseriti in una proposta di legge che consenta un vero confronto e un forte coinvolgimento di chi, ogni giorno, fa funzionare la scuola.
Per il personale Ata, necessario alla scuola dellâautonomia â ha aggiunto Di Menna âsembra esserci un diaframma tra le innovazioni in atto e la diminuzione di organico e la disattenzione con cui viene trattato.
Nel corso dellâincontro, presenti per la Uil Scuola, insieme a Massimo Di Menna, Noemi Ranieri e Pino Turi, sono state rappresentate le criticitĂ ancora irrisolte legate al personale Quota â96, alle posizioni economiche del personale Ata e ai contratti regionali dei dirigenti scolastici.