I 180 milioni aggiuntivi per la Scuola, messi a disposizione del Governo, sono il frutto dell’azione politica dei sindacati che l’hanno supportata con gli scioperi del 10 e del 16 dicembre. Restano alle forze politiche le mancette che, come nelle peggiori tradizioni di governo, attuano tanti piccoli interventi nessuno dei quali risolutivo.
Il testo del DDL Bilancio approvato dal Governo subisce i soliti ritocchi convenzionali, piccoli interventi per accontentare i partiti, che hanno piantato minuscole bandierine per corrispondere alle lobby di questo paese sempre pronte all’assalto del denaro pubblico. La manovra è stata approvata dal Senato con 215 voti a favore, 16 contrari, nessun astenuto e con l’altrettanto consueta tecnicalità: il maxiemendamento con voto di fiducia.
Il testo arriverà lunedì 27 dicembre 2021, in commissione a Montecitorio e in aula martedì 28, con l’avvio della discussione generale prevista per le ore 14.
Su 200 pagine di provvedimento si potrebbero avere delle sorprese di ogni natura di cui daremo eventualmente notizia aggiornando la presente scheda, anche in previsione dell’incontro del 4 gennaio prossimo in cui il Ministro dovrà dare conto dei provvedimenti inseriti nella legge di bilancio.
È una legge finanziaria che ha soltanto messo in evidenza i problemi che restano tutti irrisolti per l’insufficienza degli stanziamenti e che ci fanno esprimere un giudizio di insoddisfazione, sia pure nell’ambito dei segnali politici positivi che, di fatto, ammettono il fallimento, almeno sino a questo momento, della politica scolastica che, per quanto ci riguarda, merita un rilancio, a partire dal chiarimento politico che avremo nei prossimi giorni.
Il precariato va risolto come anche ogni forma di sfruttamento come quello perpetrato ai danni dei DSGA f.f.; vanno chiariti i presupposti che consentano una vera contrattazione paritaria senza incursioni legislative che la rendono nei fatti inesigibile.
Vanno eliminati in questo contesto i blocchi e i veti dei partiti che permangono, visto che sono rimasti inevasi all’atto della definizione legislativa della legge di bilancio, che pure ha visto numerosi emendamenti non andati a buon fine per le evidenti e differenti posizioni delle forze politiche la cui maggioranza “bulgara” ne impedisce la risoluzione condannandola agli inaccettabili veti di parte.
Deve essere il confronto tra le parti a dare le soluzioni che in Parlamento non è stato possibile fare e il ministro se ne dovrà fare carico se vuole una conclusione positiva sia pure mediata dei contratti di lavoro. (…)
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