Nuova direttiva triennale sulla valutazione di sistema.

15/12/2017

Nuova direttiva triennale sulla valutazione di sistema.

Cogliere l’occasione per correggere gli errori  della 107, ricreare un sano rapporto di collaborazione tra le componenti scolastiche per  il benessere professionale degli operatori e la reale crescita degli  studenti.

A dicembre, la nuova direttrice per gli ordinamenti scolastici e per la valutazione dott.ssa  Palermo e il dott. Previtali hanno presentato la direttiva triennale del ministro sulla valutazione di sistema, in attuazione del decreto 80.

In premessa la UIL ha riconosciuto la ritrovata volontà del ministro di confrontarsi con il sindacato prima della trasmissione agli organi competenti per i controlli contabili, a seguito dei quali, per la pubblicazione occorrerà almeno un mese dalla data di trasmissione.

L’ottica preminente è quella del riallineamento delle attività della programmazione precedente con le previsioni della 107, che ha determinato come e’ noto una modifica dei piani dell’offerta formativa, da annuale a triennale, ed un rallentamento sia nei processi di autovalutazione tramite i RAV, sia dei Piani di miglioramento, per cui il precedente corso si completerà nel 2019 con una terza  fase di azione legata alla rendicontazione dei risultati, intesa come pubblicazione e diffusione dei risultati raggiunti dalle scuole.

Affinché la valutazione di sistema che non comprende la valutazione del personale,  non generi solo adempimenti burocratici ma sia di consistenza per la progettazione e la facilitazione in ottica di miglioramento per la UIL occorre correggere alcuni elementi:

  • valorizzare il ruolo del collegio dei docenti in tutte le fasi della valutazione di sistema, in modo da  dare pieno sviluppo all’ autonomia scolastica, indebolita dalla 107;
  • accelerare il pieno coinvolgimento della scuola dell’infanzia nei processi valutativi e autovalutativi;
  • evitare  la creazione di format nazionali, sia per la definizione dei PTOF, sia per  la rendicontazione dei risultati, in quanto strumenti di un nuovo centralismo che incide negativamente sull’autonomia della singola Istituzione scolastica . Va definito attentamente ed in modo condiviso ciò che è realmente necessario rendere pubblico e ciò che invece resta in capo a ciascuna scuola;
  • fornire occasioni di riflessione pubblica sugli esiti della valutazione esterna a cui sono state sottoposte circa 300 scuole nel corso del 2017 e di cui si è persa notizia (su nostra richiesta  il direttore si è reso disponibile fissando al 24 gennaio la data di un prossimo incontro su questo tema);
  • revisione dell’intera procedura di valutazione dei dirigenti scolastici che va riportata al contratto che potrà stabilire criteri, procedure e garanzie per il personale.   Nella bozza di direttiva,che persegue la direttiva 36 di cui la UIL ha chiesto il ritiro, si ribadisce che il RAV, e la conseguente pianificazione dell’offerta potrebbe essere cambiata dal direttore regionale in caso si discosti dagli obiettivi fissati nella lettera di incarico agli stessi dirigenti  con evidente disconoscimento delle competenze degli organi collegiali, come le conseguenti naturali fratture tra le diverse responsabilità: una contraddizione che dimostra l’inattualità del sistema di valutazione dei dirigenti che non potrebbero avere alcuna garanzia di terzietà di giudizio.
  • costituire un vero e proprio corpo ispettivo, quale terza gamba del sistema di valutazione nazionale (insieme a Indire e Invalsi) dotato della necessaria autonomia ed indipendenza che non è certo presente nell’attuale procedura di reclutamento. Occorre definire un profilo di competenze finalizzate al supporto dell’autonomia e non alla valutazione sanzionatoria, che attiene alle eventuali situazioni patologiche e non si adatta alla fisiologia di un sistema di valutazione del sistema scolastico. Una procedura trasparente aperta e pubblica di selezione dei dirigenti tecnici, sia centrali che periferici per superare l’assurdo giuridico   dell’incarico a tempo determinato introdotto dalla 107, secondo criteri discrezionali ed oscuri che non danno i dovuti affidamenti di terzietà ed indipendenza;
  • eliminare l’obbligo di partecipazione alle rilevazioni Invalsi per l’ammissione agli esami di stato, sia a conclusione del primo che del secondo ciclo di istruzione;

Per  questi ultimi la  bozza di direttiva stabilisce che a conclusione del ciclo di studi saranno dotati, oltre che di un attestato di valutazione su base decimale e della certificazione delle competenze, come previsto dal decreto 62/ 2017, di una certificazione rilasciata da  INVALSI sui livelli conseguiti nelle rilevazioni nazionali di matematica , lingua italiana e da una ulteriore sezione sul livello di abilità e comprensione della lingua inglese.

Per la UIL  troppe fonti e troppe certificazioni non favoriscono certo la chiarezza e semplicità di lettura dei livelli raggiunti.

La uil ha chiesto inoltre  che siano oggetto di informativa i criteri di selezione delle scuole campione per le  rilevazioni internazionali, le modalità di somministrazione delle prove e    quelli per la correzione.

All’incontro ha partecipato Noemi Ranieri.