Si sbloccano le nomine degli ATA

Si sbloccano le nomine degli ATA

Incontri al Miur Sul sostegno ancora non definito il piano.

Il giorno 16 gennaio 2014 si è svolto un incontro tra il Miur e le organizzazioni sindacali sulle problematiche relative al sostegno. Per la UIL scuola ha partecipato Pasquale Proietti.
Nomine su sostegno
Il Miur ha informato i sindacati che c’è stata un’interlocuzione col MEF al fine di eliminare gli ostacoli che, ad oggi, non hanno ancora consentito di procedere alle nomine in ruolo dei 4.447 posti di docenti di sostegno, relativi all’anno scolastico 2013/14. Secondo il Miur la situazione e’ in via di chiarimento.
Oltre al prospetto di ripartizione tra le varie regioni del contingente relativo all’anno scolastico 2013/14 gia’ definito, il Miur ha anche avanzato proposte di ripartizione delle aliquote di posti relativi agli anni scolastici 2014/15 e 2015/16 che, come prevede la legge 128/13, dovranno tendere ad un riequilibrio del rapporto tra alunni e posti tra le diverse regioni. Su questi aspetti le parti si sono riservate ulteriori approfondimenti. La UIL, pur convivendo l’esigenza di ulteriori approfondimento sulla ripartizione per i due anni successivi, ha chiesto al Miur di procedere al più presto alle nomine in ruolo per la parte relativa all’anno scolastico in corso.
Nomine in ruolo ATA
Nel corso dell’incontro, su richiesta dei sindacati, il Miur ha comunicato che il MEF ha autorizzato le nomine in ruolo di oltre 3.700 posti di personale ATA.
A breve, subito dopo la comunicazione ufficiale, il Miur  convocherà i sindacati per l’informatica sulla ripartizione dei posti.
Personale inidoneo
Il Miur ha comunicato che, ad oggi, solo otto regioni (Basilicata, Calabria, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Toscana) hanno trasmesso i dati relativi alle domande del personale docente dichiarato inidoneo all’insegnamento. Su oltre 1.100 domande già arrivate solo in 66 hanno chiesto il passaggio tra il personale Ata. 658 hanno optato per la mobilità intercompartimentale e 389 hanno chiesto di essere sottoposti a nuova visita collegiale. All’appello mancano ancora più della metà delle regioni quindi il dato, seppur indicativo, è ancora parziale.

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